Il Progetto Nutrimax

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Il progetto di ricerca, promosso da Vincenzo Armini, dottorando di ricerca in Scienze Agrarie e Agroalimentari del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, supervisionato dai proff. Raffaele Sacchi e Silvana Cavella, è suddiviso in due fasi principali: una prima parte riguardante il perfezionamento della ricetta e una seconda parte concernente la costruzione di un impianto pilota fornito dall’azienda Microlife, presso l’Università di Gulu, in Uganda (Africa), sfruttando una decennale partnership tra l’ateneo napoletano e l’università ugandese.
Attualmente, sono necessari 50.000 euro per il completamento del progetto e la Federico II non dispone di tali sovvenzionamenti.

Per questo motivo c’è bisogno del tuo aiuto!
 
Il dottorando, infatti, ha fondato l’Organizzazione di Volontariato NutriAfrica, insieme ad un nutrito gruppo di colleghi universitari e amici, con l’intento di raccogliere i soldi necessari alla finalizzazione di questo “sogno africano”, attraverso una serie di eventi e iniziative volte alla Raccolta Pubblica di Fondi.
Il successo dei primi sei mesi di attività è stato straordinario, con gli oltre 10.000 euro raccolti e prospettive di espansione promettenti.
Se desideri darci una mano immediatamente, non ti resta che cliccare sul pulsante DONA ORA.
Nell’illustrazione in basso, si vede una breve descrizione del processo produttivo nel NutriMax:
 
1) Essiccazione della Spirulina e tostatura della Soia e del Sorgo;
2) Macinazione grossolana della Spirulina, della Soia e del Sorgo;
3) Miscelazione delle polveri di Spirulina, Soia, Sorgo, Zucchero impalpabile, Lecitina e mix di sali minerali e vitamine con Olio di Girasole;
4) Macinazione a sfere.

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Agenzia per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) stimano che, nel mondo, le persone denutrite siano 800 milioni, di cui 160 milioni sono bambini al di sotto dei cinque anni. Di questi, inoltre, circa 6 milioni muoiono ogni anno e più della metà sicuramente per complicazioni e concause derivanti dalla malnutrizione.
Un aiuto consistente per la lotta alla Malnutrizione Severa Acuta è arrivato da un prodotto innovativo, adoperato dalle Nazioni Unite e dalle Organizzazioni Governative e Non Governative: il Ready-to-Use Therapeutic Food (RUTF) che, commercialmente, prende il nome di Plumpy’ Nut ®. Si tratta di una pasta cremosa, molto simile al burro d’arachidi per consistenza, colore e sapore, contenente arachidi, latte scremato in polvere, olio di colza, zucchero e un mix di sali minerali e vitamine, bilanciati in modo da ottimizzare l’apporto energetico e nutrizionale per i bambini malnutriti.
Il grandissimo vantaggio apportato dal RUTF risiede nella possibilità di trattare i casi di malnutrizione senza particolari complicazioni cliniche direttamente a casa, con un conseguente sfollamento degli ospedali. Problemi logistici molto seri che attanagliano questo prodotto, però, sono connessi all’uso delle arachidi, a causa della loro potere allergenico, ma anche all’impiego del latte scremato in polvere, non solo poco digesto dai bambini africani e del sud-est asiatico, ma anche estremamente costoso e incidente per quasi 1/3 sul costo totale dell’ingredientistica del prodotto finito.
Dulcis in fundo, l’intero processo produttivo e la ricetta sono stati brevettati dalla multinazionale francese proprietaria, la NutriSet, circostanza che rende la produzione locale molto difficile da far decollare – sebbene sia previsto un franchising – dato che i suoi costi di concessione sono elevatissimi.
Nel Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II sta nascendo un prodotto promettente, in fase di finalizzazione: il NutriMax. Composto da ingredienti vegetali e facilmente reperibili in loco – soia tostata, sorgo tostato, zucchero, Spirulina maxima essiccata e olio di girasole – nonché fabbricato tramite una tecnologia produttiva semplice, il NutriMax si propone di arrivare dove nessun altro prodotto è mai arrivato prima, ossia direttamente nel cuore dei villaggi e delle aree rurali dell’Africa e dell’Asia.

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